MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

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giovedì 2 maggio 2013

Sant'Antonino Pierozzi

 
Antonino Pierozzi nasce a Firenze nel 1389. In giovane età viene ricevuto nell’Ordine Domenicano  dal Beato Giovanni Dominici nel convento di Santa Maria Novella, proseguendo la sua preparazione a Cortona, dove ebbe come Maestro il Beato Lorenzo da Ripafratta, del quale fu degno discepolo. Antonino a quattordici anni, a causa del suo aspetto gracile, aveva destato qualche apprensione nel santo Priore, ma in quel fragile corpo c’era un’anima gigante. La sua vita fu intessuta di penitenza e di preghiera. Nello studio fu quello che si dice un “lavoratore”, e ne fanno fede le numerose opere di sommo valore che scrisse. Da Cortona passo al Convento di San Domenico a Fiesole, alle porte di Firenze. Venne ordinato sacerdote nel 1413, divenendo Vicario a Foligno. Dette vita al glorioso Convento di S. Marco e fu Priore a Fiesole, Siena, Cortona, Roma, S. Maria sopra Minerva a Roma, Napoli, portando ovunque quella fiamma di zelo che in lui, fu dolce e forte a un tempo. Papa Eugenio IV, nel 1446, lo nominò Arcivescovo di Firenze e per indurlo ad accettare gli dovette minacciare gravissime censure. Come era stato modello di religioso e di superiore, così fu specchio di Pastore. Indisse guerra inesorabile a tutti i vizi e a tutte le ingiustizie. Fu il Padre dei poveri e degli sventurati. Anche da Arcivescovo osservò le austere regole dell’Ordine, fino alla fine dei suoi giorni. Sul letto dell’agonia poté esclamare: “Servire Dio è regnare!”, e spirò fragrante di verginità e ricco di opere sante. Per la sua consumata prudenza fu chiamato Antonino dei Consigli. Morì il 2 maggio 1459. E’ stato proclamato Santo da Papa Adriano VI il 31 maggio 1523. E’ il Santo Titolare, assieme al Vescovo San Zanobi, dell’Arcidiocesi di Firenze. Dal 1589 il suo corpo, incorrotto, si venera nella Basilica Domenicana di San Marco a Firenze. Il Servo di Dio e Arcivescovo Domenicano, Mons. Pio Alberto Del Corona, durante l’ultima ricognizione del corpo, ha scambiato il suo pastorale con quello misero di legno, che il Santo aveva con se nell’urna. Tale Pastorale dal febbraio 2001 si trova esposto permanentemente nella cripta del monastero delle Suore Domenicane dello Spirito Santo a Firenze, in Via Bolognese, dove si trova, dal 1925 il corpo del Servo di Dio, di cui dal 1942 è aperto il processo di canonizzazione.
L'Ordine Domenicano lo ricorda il 10 maggio.
Autore: Franco Mariani

Oggi la Chiesa ricorda anche Sant'Atanasio

2 commenti:

  1. Buon giorno Martina. I tuoi scritti scoprono sempre nuovi e grandi santi, con le anime gigante. Un abbraccio.

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    1. xtobefree, il mare della santità è grandissimo! La pesca è sempre molto abbondante. Un abbraccio

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