MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

post scorrevoli

martedì 25 febbraio 2014

Santi Luigi e Callisto, martiri


 
Callisto Caravario, nato a Cuorgnè (Torino) l’8 giugno 1903 e fin da piccolo poté frequentare l’oratorio e la scuola dei Salesiani fino agli studi del Liceo classico. Nel 1919, sedicenne, conobbe monsignor Versiglia, di passaggio a Torino, al quale rivelò: «La seguirò in Cina». Così avvenne. Si imbarcò a Genova a 21 anni. Prima lavorò in Estremo Oriente, nell’isola di Timor, poi a Shangai e infine a Schiu Chow, dove fu ordinato sacerdote da monsignor Versiglia stesso nel 1929.
 
Luigi Versiglia nacque il 5 giugno 1873 a Oliva Gessi, in provincia di Pavia; a 12 anni venne mandato a Torino a studiare alla scuola di san Giovanni Bosco, il quale, in un fugace incontro nel 1887, gli disse: «Vieni a trovarmi ho qualcosa da dirti», ma don Bosco non potè più parlare con Luigi perché si ammalò e morì. Il giovane era legatissimo alla figura di don Bosco, tanto che, per rispondere alla chiamata vocazionale, decise a 16 anni di emettere i voti religiosi nella congregazione dei Salesiani.
Dopo aver completato gli studi superiori, frequentò la Facoltà di Filosofia all’Università Gregoriana di Roma e le ore libere le trascorreva fra i giovani. Venne ordinato sacerdote nel 1895 a soli 22 anni. L’anno dopo fu nominato direttore e maestro dei novizi nella Casa di Genzano di Roma, carica che tenne per dieci anni, durante i quali si distinse per le notevoli capacità formative sui futuri sacerdoti.
Fin dal principio la sua aspirazione era quella di raggiungere le missioni per portare Cristo ai popoli, aspirazione che si realizzò a 33 anni, diventando il responsabile dei primi Salesiani che nel 1906, con coraggio e fede indomita, partirono alla volta della lontanissima nazione cinese.
Padre Versiglia si stabilì a Macao dove fondò la Casa Madre dei Salesiani.
In 12 anni di missione, dal 1918 al 1930, il Vescovo Versiglia riuscì a compiere prodigi in una terra del tutto nemica dei cattolici: istituì 55 stazioni missionarie primarie e secondarie rispetto alle 18 trovate; ordinò 21 sacerdoti, due religiosi laici, 15 suore del luogo e 10 straniere; lasciò 31 catechisti (18 donne), 39 insegnanti (8 maestre) e 25 seminaristi. Portò al battesimo tremila cristiani convertiti, a fronte dei 1.479 trovati al suo arrivo. Eresse un orfanotrofio, una casa di formazione per catechisti; l’istituto Don Bosco, comprensivo delle scuole professionali, complementari e magistrali per i ragazzi; l’Istituto Maria Ausiliatrice per le ragazze; un ricovero per gli anziani; un brefotrofio, due dispensari per medicinali e la Casa del missionario, come desiderava fosse chiamato l’episcopio.
Mons. Vesiglia non si fermava mai di fronte a nulla, neppure davanti alle carestie, alle epidemie, alle sconfitte che si presenavano, fatiche non sempre umanamente ricompensate: apostasie, calunnie, abbandoni, incomprensioni, viltà… Ma tutto veniva superato grazie alla preghiera, intensa e costante. Monsignor Luigi Versiglia e padre Callisto Caravario furono assassinati dalla furia dei briganti, che odiavano i missionari, il 25 febbraio 1930  mentre erano diretti a Li Thau Tzeui in barca, accompagnati da due allievi e da tre giovani donne, per la cui difesa avevano lottato sino alla morte.
 
tratto da qui

giovedì 6 febbraio 2014

Beato Alfonso Maria Fusco, sacerdote

Il beato Alfonso Maria Fusco nasce il 23 Marzo 1839 ad Angri, un paese in provincia di Salerno.
La sua nascita era stata molto desiderata ed attesa dai genitori, Aniello Fusco e Giuseppina Schiavone, sposati già dal 1834. I giovani sposi che desideravano tanto un figlio e dopo 4 anni di matrimonio non avevano ancora avuto la gioia di una gravidanza, si recarono a Pagani per chiedere l’intercessione del Beato Alfonso Maria dei Liguori. Un Redentorista, Francesco Saverio Pecorelli, li tranquillizzò dicendo loro che avrebbero presto avuto un figlio. Aggiunse anche che il bambino si sarebbe chiamato Alfonso e avrebbe avuto la vocazione al sacerdozio. E così fu.
Alfonso crebbe serenamente, educato con tenero affetto dai genitori, i quali erano pieni di pietà religiosa .Presto giunse il momento di pensare alla sua educazione scolastica primaria, per la quale non esistevano scuole pubbliche. Così i coniugi Fusco pensarono bene di affidare il loro primogenito a sacerdoti dotati di buona cultura, i quali gli avrebbero anche garantito una educazione cristiana. Ad 11 anni Alfonso aveva concluso gli studi elementari ed entrò , il 5 Novembre 1850 , nel seminario di Nocera per iniziare il ciclo di studi medi e superiori. Venne ordinato sacerdote dopo tredici anni il 29 maggio 1863. Già durante gli anni del seminario, il Beato coltivava il desiderio di occuparsi di tutti i bambini poveri e abbandonati che non potevano contare su nessuna guida, né culturale né spirituale. Negli ultimi anni di seminario, una notte, aveva sognato Gesù Nazareno, che gli aveva chiesto di fondare, non appena ordinato sacerdote, un istituto di suore e un orfanotrofio maschile e femminile.  Ordinato sacerdote tenta di attuare il suo desiderio e l'incontro con una giovane fanciulla, Maddalena Caputo, che desiderava consacrare la sua vita al Signore per aiutare i bambini più bisognosi di Angri, diventa determinante. Entrambi infatti ardevano per lo stesso sogno ed erano guidati dalla volontà del Signore ed unirono le loro forze per la realizzazione. Il 25 settembre 1878 la Caputo ed altre tre giovanette si ritirarono nella fatiscente casa Scarcella, nel rione di Ardinghi in Angri. Le giovani intendevano dedicarsi alla propria santificazione attraverso una vita di povertà, di unione con Dio, di carità impegnata nella cura e nella istruzione delle orfanelle povere.
La Congregazione delle Suore Battistine del Nazareno era così fondata; il seme era caduto nella terra buona di quei quattro cuori ardenti e generosi; le privazioni, le lotte, le opposizioni, le prove lo irrorarono ed il Signore lo fece sviluppare abbondantemente. Casa Scarcella prese ben presto il nome di Piccola Casa della Provvidenza. Don Alfonso non ha lasciato molti scritti. Amava parlare con la testimonianza della vita. Dirigeva l'Istituto con grande saggezza e prudenza e, come padre amoroso, vegliava sulle Suore e sulle orfane. Era di una tenerezza quasi materna per tutte, specialmente per le orfane più bisognose. La tenacia della sua volontà, totalmente ancorata alla divina Provvidenza, la collaborazione saggia e prudente di Maddalena Caputo, divenuta la prima superiora del nascente Istituto, col nome di Suor Crocifissa, lo stimolo continuo dell'amore per Dio e per il prossimo, permisero, in breve tempo, lo sviluppo straordinario dell'opera.Le crescenti richieste di assistenza per un numero sempre maggiore di orfani e di bambini spinsero don Fusco ad aprire nuove case, prima in Campania, poi in altre regioni d'Italia. Per la sua opera don Fusco ebbe molto a soffrire ed in particolare a causa della suora da lui più stimata e rispettata, suor Crocifissa, per divergenze organizzative. Muore ad Angri (SA), dopo essere stato a Roma nel tentativo di appianare i dissidi, il 6 febbraio 1910.