MITTITE RETE ET INVENIETIS

Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: "Io vado a pescare". Gli dissero: " Veniamo anche noi con te". Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando era già l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: " Figlioli, non avete nulla da mangiare?" Gli risposero: "No". Allora egli disse loro: " Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete". La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse:" E' il Signore!". (Gv 21, 1-7)

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martedì 17 marzo 2015

San Patrizio, vescovo

Patrizio nasce nella Britannia Romana nel 385 circa da genitori cristiani appartenenti alla società romanizzata della provincia.
Il padre Calpurnio era diacono e possedeva un podere nel quale Patrizio da giovinetto trascorreva le sue giornate di fanciullo a pascolare il bestiame. A 16 anni venne fatto prigioniero insieme a migliaia di persone dai pirati irlandesi e portato sulle coste nordiche dell’Irlanda e venduto come schiavo.
Purtroppo la vita di Patrizio da schiavo fu triste e grama, si trovava in terra straniera a pascolare le pecore, tra sofferenze, solitudine e privazioni, tanto da tentare per due volte la fuga, ma inutilmente.
Dopo sei anni di servitù, aveva man mano conosciuto i costumi dei suoi padroni, imparato la lingua e conosciuto meglio i popoli Celti, che erano socialmente ben organizzati ma non erano cristiani e adoravano ancora gli idoli. Il terzo tentativo di fuga, nella primavera del 407, riuscì e Patrizio si imbarcò su una nave in partenza e, dopo tre giorni di navigazione, sbarcò su una costa deserta della Gallia per poi fare ritorno in Patria dai suoi familiari. Qui Patrizio sognò che gli Irlandesi lo chiamavano ed interpretando ciò come una vocazione all’apostolato fra quei pagani, decise di farsi chierico per convertirli. Tornò in Gallia, presso il santo vescovo di Auxerre Germano, per continuare gli studi, terminati i quali fu ordinato diacono e poi presbitero.
A Roma Patrizio fu consacrato vescovo e nominato successore di Palladio, primo vescovo d'Irlanda, intorno al 460. L'opera di evangelizzazione procedette con grande entusiasmo e senza che gli fossero risparmiate persecuzioni ed imboscate, soprattutto dai druidi e dagli anziani dei clan che erano restii a lasciare il paganesimo.  In tali territori il vescovo Patrizio introdusse il monachesimo che di recente era sorto in Occidente e un gran numero di giovani aderirono con entusiasmo facendo fiorire conventi di monaci e vergini. Inoltre stabilì delle diocesi territoriali con vescovi dotati di piena giurisdizione nel rispetto dell'organizzazione delle singole tribù. Benché il santo vescovo vivesse per carità di Cristo fra ‘stranieri e barbari’ da anni, in cuor suo si sentì sempre romano con il desiderio di rivedere la sua patria la Britannia e quella spirituale la Gallia; ma la sua vocazione missionaria non gli permise mai di lasciare la Chiesa d’Irlanda che Dio gli aveva affidato, in quella che fu la terra della sua schiavitù. L’infaticabile apostolo concluse la sua vita nel 461 nell’Ulster a Down.